PANORAMA STORICO DI RIFERIMENTO

Siracusa è una delle più antiche città della Magna Grecia e detiene sul territorio una stratificazione culturale variegata, dovuta alla presenza di svariati popoli che nel tempo hanno lasciato la loro impronta, determinando la realtà culturale frizzante della città nell’epoca moderna. Uno dei siti di interesse archeologico più rilevante è il Teatro Greco. Nomi illustri sono legati allo studio, allo scavo e alla valorizzazione di questo straordinario edificio.

Il primo teatro, costruito forse dagli abitanti indigeni del luogo, è databile all’VIII secolo a.C. e con strutture prevalentemente in legno e di forma quasi trapezoidale. Il complesso, così come appare oggi, è il risultato di una serie di interventi e trasformazioni strutturali che vanno dal V al II secolo d.C. Autori Siculi come Epicarmo, Formide e Deinoloco utilizzarono un teatro protoclassico per mettere in scena le proprie opere.

Con certezza, Eschilo, nel 456 a.C. vi rappresenta le Etnee, tragedia purtroppo andata perduta, composta per celebrare la fondazione di un nuovo centro abitato con il nome di Aitna, in cui aveva trovato rifugio un gruppo di esuli catanesi dopo la distruzione della colonia calciasse Katane da parte di Ierone I. Anche i Persiani, rappresentati ad Atene già nel 472 a.C., furono riproposti a Siracusa dallo stesso autore.

Ancora, è certo che sui suoi gradini sedette Platone, il grande filosofo ateniese, che a Siracusa venne per ben tre volte, dal 388 al 361 a.C. Sofrone, autore di mimi, parla dell’esistenza di un teatro greco a Siracusa, alla fine del V secolo a.C., e cita Damocopos soprannominato Myrilla come architetto. In questa fase, il teatro non ha ancora assunto la forma canonica a semicerchio ma si presenterebbe costituito da gradinate il soprannome deriverebbe da myroi, unguenti utilizzati per fini propiziatori all’inaugurazione del teatro. Solo durante il IV secolo assume forma semicircolare.
Presumibilmente durante il III secolo e dopo il 238 a.C., il complesso teatrale è stato oggetto di intera ristrutturazione e comunque prima della morte di Ierone II nel 215 a.C. Una festa senza tempo in un teatro unico al mondo all’interno del quale lo spettacolo continua da oltre 100 anni, Siracusa è il centro di un evento che ridona vita al dramma antico: è da questa intuizione del conte Mario Tommaso Gargallo che nel 1913 nasce l’INDA, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico.

Una riunione tra aristocratici e facoltosi voluta dal nobile siracusano dà così vita a una scommessa che il 16 aprile del 1914, dopo 2.400 anni dalla Polis, riporta gli spettacoli classici al Teatro greco di Siracusa e che da allora ha visto esibirsi davanti a migliaia di spettatori, da maggio a luglio, i più grandi artisti nel panorama nazionale e internazionale. Agamennone di Eschilo è la prima opera messa in scena con la direzione artistica, la traduzione e le musiche di Ettore Romagnoli, le scene di Duilio Cambellotti e i costumi di Bruno Puozzo.

Se l’opera di Eschilo fu il primo passo, la strada disegnata dall’INDA in oltre un secolo si è snodata attraverso figure mitiche come Medea, Edipo e Antigone e ha visto, dal 1927, anche l’esordio della commedia con Nuvole di Aristofane.

L’impresa di Mario Tommaso Gargallo e di Ettore Romagnoli si colloca nella temperie del teatro all’aperto, diffuso in Europa da fine Ottocento, e dialoga, da subito, con le maggiori espressioni della prima avanguardia. L’obiettivo fu quello di guardare al modello greco per rifondare la scena contemporanea a partire da uno spettacolo che unisca in una superiore armonia parola, musica e danza.

L’Istituto Nazionale del Dramma Antico seppe attivare e preservare quelle eccezionali circostanze favorevoli che per Édouard Schuré erano venute a mancare a Bayreuth e a Orange, imponendo un modello etico ed estetico di organicità formale destinato a lasciare un segno anche sulla scena italiana al chiuso del primo Novecento. Nel 2021 ricorre il centenario del secondo ciclo delle rappresentazioni classiche delle Coefore di Eschilo. La scuola e il territorio si accingono a celebrare degnamente l’evento.


IL RUOLO DELLA SCUOLA D’ARTE


In tale scenario storico di fine ottocento si colloca in modo determinante la scuola d’arte di Siracusa, di cui l’istituto d’istruzione secondaria superiore “Antonello Gagini” è depositaria. La scuola sente oggi l’urgenza di mostrare una parte importante del suo archivio storico, con omaggio particolare rivolta Giovanni Fusero, insegnante primo direttore della scuola d’arte, ripercorrendo le tappe del viaggio che ha condotto la scuola a contribuire in modo efficace alla storia di Siracusa.
Vengono recuperate pagine significative di un cammino percorso a cavallo di tre secoli, caratterizzato da mutamenti sociali, istanza del tempo, generazioni che si sono succedute che hanno affrontato lo studio dell’approfondimento di percorsi artistici e culturali che hanno tracciato percorsi significativi per il territorio locale.

Nel 1914, anno in cui il conte Gargallo costituisce un comitato per il inscenare l’Agamennone di Eschilo, la scuola d’arte riceve l’incarico di eseguire le scene. Questo rapporto di collaborazione con il comitato per le
rappresentazioni classiche e destinata a durare nel tempo e non è casuale. La scelta del conte Gargallo infatti è motivata da una stima personale nei confronti del direttore Fusero grazie al quale la scuola raggiunto ottimi risultati ottenuto diversi riconoscimenti.

L’ideatore delle scene Duilio Cambellotti il quale in una lettera inviata al direttore Fusero, da delle indicazione riguarda la costruzione della scena. L’archivio scolastico possiede uno schizzo della scene due disegni, la Porta del Leone al carro di Agamennone. È lo stesso conte Gargallo elogiare il lavoro svolto dalla scuola tanto da deliberare a titolo di regalo la somma di 300 L. da versare alla scuola come attestato di gratitudine. Nello stesso anno però il comitato viene sciolta a causa della guerra.

Le rappresentazioni classiche riprendono il 1921 con la seconda tragedia di esco l’elenco è pure. La collaborazione con la scuola d’arte continua anche nel 1922 con le due tragedie baccanti di Euripide ed Edipo Re di Sofocle, per cui la scuola ottiene il compiacimento del re è una medaglia d’oro commemorativa.