Progetto di Angela Gallaro Goracci
Il rapporto tra Siracusa e Duilio Cambellotti
C’è una certa confidenza tra i siracusani e lo stile di Duilio Cambellotti. Dagli originali dei manifesti teatrali ancora conservati fino a le riproduzioni contemporanee, in molti luoghi pubblici e privati della città sono in bella vista e in qualche modo conferiscono una certa distinzione decadente di tutta la città.
Collezionate non perché prodotto del simbolismo novecentesco ma perché di gusto siracusano.
Uno dei doveri della didattica di un liceo artistico è mostrare all’allievo lo sviluppo del processo creativo attraverso lo studio e l’interpretazione, sovente avvalendosi degli esempi dei grandi maestri. Il nostro corso di grafica come accade da molti anni cerca nel passato della propria scuola gli argomenti per realizzare tali percorsi. Storicamente noto è l’impegno di questa scuola a sostegno delle imprese che specialmente tra le due guerre costruivano le scenografie per gli spettacoli classici al Teatro Greco. Molti ex allievi hanno lavorato e conosciuto i protagonisti del teatro italiano dell’epoca. Primo fra tutti il maestro Duilio Cambellotti autore di audaci e innovative scenografie. Studiato sotto lo stimolo di un senso di condivisione aumentato nell’interesse anche grazie allo stimolo ricevuto dal vostro documentario, gli alunni hanno cominciato a ragionare sul rapporto artistico tra il maestro romano non solo con il Teatro greco ma anche con la città e il suo territorio rileggendo la sua produzione artistica alla luce dell’esperienza siracusana dove si ritrovavano gli elementi salienti del suo stile, il suo mondo poetico e simbolico.
Mare e natura agreste degli anni giovanili che ritrovava in un contesto fortemente segnato dalla sua storia. Raccolto più materiale visivo possibile del Maestro si è inteso catalogarlo con una sorta di riproduzione conservativa che ha raggiunto lo scopo di indurre negli allievi l’analisi formale più minuziosa per poter poi tentare di trovare ulteriori soluzioni compositive.
Questo giocando sul filo della memoria, dei ricordi di Cambellotti lasciando libertà di scelta nel coniugare immagini e i testi. Ne è derivato un lavoro collettivo dotato di organicità che scopre il fascino subito dagli allievi rispetto ad un figlio di un artigiano, autodidatta, che della sua adolescenza elabora e mostra un singolare mondo simbolico che tradurrà in una personalissima interpretazione del rigore classico nel più maturo Stile Novecento.